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L'elaborazione del lutto con l’EMDR:
un percorso verso la guarigione

Il processo di elaborazione del lutto è un fenomeno psicologico complesso che richiede tempo e risorse cognitive significative.

Quando affrontiamo una perdita, il nostro cervello attua una strategia di adattamento: da un lato, preserva la funzionalità quotidiana, permettendoci di adempiere ai compiti essenziali; dall’altro, crea uno spazio mentale dove custodisce i ricordi e le emozioni dolorose legate al lutto.

Possiamo immaginare questo spazio come un “cassetto” mentale che contiene gli elementi più dolorosi dell’esperienza luttuosa.

L’apertura di questo cassetto è spesso innescata da stimoli ambientali specifici – triggers – che possono includere elementi sensoriali come profumi, immagini o date significative.

In condizioni ottimali, il cervello elabora gradualmente il contenuto di questo cassetto, integrando le memorie e le emozioni associate al lutto nel più ampio contesto dell’esperienza personale.

Un esempio paradigmatico potrebbe essere la perdita di un anziano familiare, dove la naturale accettazione del ciclo vitale facilita l’integrazione dell’evento nella narrazione personale.

Tuttavia, in casi di lutto complicato o traumatico, questo processo di integrazione può essere significativamente ostacolato.

Consideriamo, ad esempio, la perdita di una figura genitoriale in circostanze traumatiche, complicata da una storia pregressa di relazioni disfunzionali o esperienze avverse. In tali situazioni, il “cassetto” può diventare sia troppo gravoso da aprire che impossibile da mantenere chiuso, generando un conflitto intrapsichico che si manifesta attraverso sintomi come ricordi intrusivi, disturbi del sonno e significativo distress emotivo.

È in questo contesto che l’approccio terapeutico EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) emerge come strumento clinico di notevole efficacia.

Questa metodologia, ampiamente validata dalla ricerca scientifica, sfrutta i meccanismi neurobiologici del processamento dell’informazione per facilitare l’elaborazione dei ricordi traumatici associati al lutto.

L’obiettivo dell’EMDR non è dimenticare i ricordi legati al defunto, bensì una ristrutturazione dell’esperienza luttuosa che permetta una connessione emotiva più serena e funzionale.

Questo processo facilita l’accesso a memorie positive precedentemente oscurate dall’impatto traumatico, promuovendo una narrativa più coesa e adattiva dell’esperienza di perdita.

In conclusione, l’EMDR si configura come un approccio terapeutico potente nel trattamento del lutto complicato.

Offrendo un ponte tra le più recenti scoperte neuroscientifiche e la pratica clinica, questa metodologia permette di navigare le acque tumultuose del dolore verso un porto di accettazione e crescita personale.